Differenze tra le versioni di "Complementi di matematica"
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+ | *I vettori vengono riscritti come prodotto delle basi, in questo caso canoniche, quindi | ||
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+ | ::<math>\lambda_1 (e_1 + 2 e_2) + \lambda_2 (3 e_1 - 4 e_2) = 0</math> | ||
+ | ::Raccogliamo le due basi | ||
+ | ::<math>e_1 (\lambda_1 + 3 \lambda_2) + e_2 (2 \lambda_1 - 4 \lambda_2) = 0 </math> | ||
+ | ::Mettiamo le due equazioni a sistema | ||
+ | ::<math>\begin{cases}\lambda_1 + 3 \lambda_2 = 0\\2 \lambda_1 - 3 \lambda_2 = 0\end{cases} </math> | ||
+ | ::Risolvendolo si trova che <math>\lambda_1 = \lambda_2 = 0 </math> quindi possiamo concludere che '''sono linearmente indipendenti'''. | ||
+ | *Un metodo molto più veloce è fare la matrice dei due vettori: | ||
+ | ::<math>A = \begin{bmatrix}1 & 3 \\2 & -4\end{bmatrix}</math> | ||
+ | ::che corrisponde alla matrice dei coefficienti del sistema appena sopra | ||
+ | ::Se verifichiamo che il determinante di questa matrice è diverso da zero allora possiamo dire che la soluzione del sistema è la soluzione banale (questa proprietà del determinante vale solo per le matrici quadrate), ovvero tutti i lambda a zero. | ||
+ | ::<math>det(A) = - 4 -6 = - 10 \ne 0</math> | ||
+ | ::Anche in questo modo possiamo concludere che i vettori '''sono linearmente indipendenti'''. | ||
+ | 1.1b) Lo stesso per i vettori <math>v_1 = (1, 2) \quad v_2 = (3, 1) \quad v_3 = (2, -1)</math> | ||
+ | :<math>\begin{bmatrix}1 & 3 & 2 \\2 & 1 & -1\end{bmatrix}</math> | ||
+ | :Poichè formano una matrice 2 x 3, possiamo già dire che non sono indipendenti perchè il rango massimo è 2, e il rango è il massimo numero di vettori linearmente indipendenti. | ||
+ | :Risposta: no, '''non sono linearmente indipendenti'''. | ||
==Spazi euclidei e calcolo vettoriale== | ==Spazi euclidei e calcolo vettoriale== |
Versione delle 14:53, 11 ott 2012
Edizione 2012-2013
Premessa: vista la completezza del sito in Ariel relativo al corso, ho pensato di inserire sul wiki consigli pratici allo studio della materia.
Indice
Richiami di algebra lineare
Prima lezione - 2 ottobre
Esempi di spazi vettoriali, reali e complessi con esibizione esplicita di basi:
- : operazioni algebriche e loro interpretazione geometrica; verifica concreta dell'indipendenza di k vettori
- come spazio vettoriale complesso di dimensione n e come spazio vettoriale reale di dimensione 2n
- : polinomi di grado minore od uguale a n nella variabile x
- matrici n x m
- funzioni da come esempio di spazio di dimensione infinita
Sottospazi vettoriali:
- definizione di sottospazio e chiusura ripsetto alle operazioni vettoriali
- esempi concreti di verifica con calcolo della dimensione e deteminazione di una base
La lezione si è occupata prevalentemente del paragrafo 2.2 delle dispense di P. Favro ed A. Zucco che si trovano sul sito del corso.
In particolar modo è importante sapere verificare se
- dati un insieme di vettori essi siano o meno indipendenti;
- dato un sottoinsieme di uno spazio vettoriale esso sia o meno un sottospazio vettoriale;
Seconda lezione - 3 ottobre
Somma di sottospazi Y,Z di X
- l'unione Y∪Z non e' in generale un sottospazio di X
- Y+Z come minimo sottospazio contenente Y∪Z
- consistenza di Y∩Z ed unicita' della decomposizione
- somma diretta di sottospazi
Per questa parte si può fare sempre riferimento al paragrafo 2.2, in particolare a quanto scritto nelle pagine 15-16.
Enti lineari in
- definizione parametrica di retta
- equazione cartesiana di una retta nel piano
- equazione cartesiana di un piano in
- equazione cartesiana di una retta in : non unicita'.
Fare riferimento a quanto scritto nei paragrafi 3.1 e 3.2. Per quanto riguarda l'equazione del piano in [1].
Terza lezione - 4 ottobre
Enti lineari in :
- definizione parametrica di piano k-dimensionale
- iperpiano = piano di codimensione 1
- esempio di iperpiano in e determinazione della sua equzione cartesiana
Operatori lineari:
- definizione ed esempi concreti di verifica
- esempio: sia
- Vogliamo sapere se la funzione B è una mappa lineare o meno; dobbiamo quindi vedere se rispetta l'additività e l'omogeneità.
- Testiamo la seconda nel seguente modo:
- dove
- Poichè non vale l'uguaglianza possiamo concludere che B non è una mappa lineare.
- Vediamo invece un caso in cui lo è:
- Testiamo l'omogeneità
- dove
- L'uguaglianza è vera; testiamo ora l'additività:
- Poichè l'uguaglianza è vera, possiamo dice che A è una mappa lineare dallo spazio vettoriale allo spazio vettoriale
- coniugio nel campo complesso C: R-lineare ma non C-lineare
- L'additività vale in ogni caso:
- Mentre l'omogeneità vale solo se
- Infatti se avremmo:
- matrice associata al coniugio, rispetto alla base reale {1, i}
- matrice associata al coniugio, rispetto alla base reale {1, 1+i}
Matrici associate ad un operatore lineare A : X → Y
Gli argomenti trattati da qui in poi sono spiegati chiaramente al paragrafo 2.8 per libro "Linear Algebra Done Wrong" di cui trovate il link sul sito del corso
- vettore delle componenti di x rispetto alla base V
- matrice associata ad A rispetto alle basi V in X e W in Y
- ricostruzione dell'azione di A a partire dalla matrice associata:
- matrice associata all'indentita': matrice del cambio di base
- cambio delle basi ed effetto sulla matrice associata:
Quarta lezione - 5 ottobre
Operatori astratti A:X→Y
- vettore delle componenti di x rispetto alla base V
- matrice associata ad A rispetto alle basi V in X e W in Y
- ricostruzione dell'azione di A a partire dalla matrice associata:
- matrice associata all'indentita': matrice del cambio di base
- cambio delle basi ed effetto sulla matrice associata:
Operatori lineari
- base canonica E
- proprieta' notevole della base canonica
- azione dell'operatore nelle basi canoniche:
- identificazione operatore-matrice nelle basi canoniche:
- esempi di calcolo della matrice rappresentativa in basi non canoniche
Tutti i punti sopra citati sono trattati nel paragrafo 2.8 del libro "Linear Algebra Done Wrong" di cui trovate il link sul sito del corso.
- immagine di un operatore e sua dimensione: rango di ogni matrice rappresentativa
- sia una qualsiasi mappa lineare, l'immagine di A è:
- La dimensione di è data dal rango della matrice rappresentativa di A:
- , dove V è base di e W è base di
- nucleo di un operatore e sua dimensione: numero colonne - rango di ogni matrice rappresentativa
- Il nucleo di un operatore (anche detto kernel) è:
- , dove con intendo il vettore nullo del codominio.
- caratterizzazione iniettivita'\suriettivita' tramite rango matrice rappresentativa
- Sia V uno spazio vettoriale e A un'applicazione lineare, allora dim(ker(A)) + dim((Im(A)) = dim(V);
- La funzione A è iniettiva se dim(Ker(A)) = 0, ovvero se ;
- La funzione A è suriettiva se dim(Im(A)) = dim(W). Ricordo che V è una base del dominio e W del codominio.
- il caso speciale dominio=codominio: iniettivita' equivalente a suriettivita'.
Soluzione esercizi
1.1a) Dire se sono linearmente indipendenti.
- In generale, diciamo che n vettori sono linearmente indipendenti quando
- solo quando
- ( è il vettore nullo, sono i coefficienti)
- Per verificare questo abbiamo principalmente due modi:
- I vettori vengono riscritti come prodotto delle basi, in questo caso canoniche, quindi
- Raccogliamo le due basi
- Mettiamo le due equazioni a sistema
- Risolvendolo si trova che quindi possiamo concludere che sono linearmente indipendenti.
- Un metodo molto più veloce è fare la matrice dei due vettori:
- che corrisponde alla matrice dei coefficienti del sistema appena sopra
- Se verifichiamo che il determinante di questa matrice è diverso da zero allora possiamo dire che la soluzione del sistema è la soluzione banale (questa proprietà del determinante vale solo per le matrici quadrate), ovvero tutti i lambda a zero.
- Anche in questo modo possiamo concludere che i vettori sono linearmente indipendenti.
1.1b) Lo stesso per i vettori
- Poichè formano una matrice 2 x 3, possiamo già dire che non sono indipendenti perchè il rango massimo è 2, e il rango è il massimo numero di vettori linearmente indipendenti.
- Risposta: no, non sono linearmente indipendenti.
Spazi euclidei e calcolo vettoriale
Quinta lezione - 9 ottobre
Norma in spazi vettoriali reali Norma Euclidea ||x||2 in Rn e sua giustificazione tramite teorema di Pitagora Proprieta' della norma Euclidea:
- positivita' ed annullamento
- positiva omogeneita'
- disuguaglianza triangolare (senza dimostrazione, per il momento)
Assiomatizzazione del concetto di norma Esempi di norme differenti in R2
- norma del tassista ||(x,y)||1=|x|+|y|
- norma infinito ||(x,y)||∞=|x|+|y|
- geometria delle relative palle unitarie
Esempi di norme in altri spazi:
- norma Euclidea negli spazi di matrici
- norma del sup nelgi spazio di funzioni limitate
Prodotto scalare in uno spazio reale Nozione di ortogonalita' tra vettori di Rn nella norma Euclidea:
- caratterizzazione ortogonalita' tramite teorema di Pitagora
- espressione in componenti dell'ortogonalita'
- definzione di prodotto scalare Euclideo
- ricostruzione norma Euclidea a partire dal prodotto scalare Euclideo
Proprieta' del prodotto scalare < , > e sua assiomatizzazione:
- simmetria: <x,y>=<y,x> per ogni x,y
- bilinearita' che nella prima componente si scrive; <ax+bz,y>=a<x,y>+b<z,y> per ogni scalare a,b ed ogni x,z,y
- positivita' ed annullamento: x≠0 implica <x,x>>0
Norma associata ad un prodotto scalare:
- definizione ||x||2=<x,x>
- omogeneita', positivita' ed annullamento della norma
- disuguagliqanza di Schwarz e suo utlizzo per la disuguaglianza triangolare della norma
Non tutte le norme derivano da un prodototo scalare
- identita' del parallelogrammo e sue conseguenze
- il caso della norma del tassista